
Un indovino mi disse.
Nel 2004 la toscana e l’italia hanno perso una delle sue più autorevoli voci giornalistiche: lo scrittore Tiziano Terzani.
Costui è stato uno dei più importanti corrispondenti esteri italiani, collaboratore tra l’altro del tedesco “Der Spiegel” e assieme alla sua famiglia ha passato gran parte della sua vita vivendo in asia e trovandosi a parlare di Rieducazione Cinese, Guerra del Vietnam e Cambogia, trasformazione dell’india ed è stato una delle poche persone a potersi permetetre il lusso di rispondere ad Oriana Fallaci approposito di anti islamismo e politica del terrore.
Oltre ad essere giornalista Tiziano è stato anche scrittore, profondi ed emozionanti sono i suoi libri e vorrei raccontarvene uno che per quanto riguarda il mio modo di pensare ha profondamente cambiato la mia vita: “Un indovino mi disse ”
Nel 1993 il nostro s’era trovato ad Hong Kong, e ivi quasi per curiosità s’era recato da un mago, figura che nelle varie culture asiatiche è assimilabile al nostro medico dato che la medicina tradizionale cinese e le medicine tradizionalia asiatiche fanno largo uso di astrologia e pratiche oroscopiali: quello che era iniziato solo come una mera curiosità tuttalpiù valida per un articolo sulle credenze popolari per Terzani divenne invece un ocacsione unica e irripetibile.
Un indovino mi disse.
Le parole dell’indovino furono pressapoco queste: “tiziano se l’anno prossimo volerai…… morirai”
qualcuno avrebbe riso, qualcuno avrebbe preso la cosa in parola, qualcun altro (Terzani) l’anno dopo doveva trovarsi in europa ed ebbe un idea follemente geniale, un idea maledettamente chatwiniana: contattò il “Der Spiegel” ovvero il settimanale tedesco per cui scriveva e, avuto il permesso di potersi spostare a suo piacimento per un anno, cominciò il viaggiò usando ogni possibile forma di trasporto tranne tutto ciò che volasse.
Un indovino mi disse.
Questo romanzo reale o se preferite questa irreale realtà è stata una delle storie che mi hanno accresciuto umanamente quasi come se fosse un moderno e reale signore degli anelli, racconta di un viaggio, di un impresa epica che diviene epica non e non solo per i chilometri percorsi attraverso mille microcosmi totalmente diversi fra di loro, ma sopratutto per l’immensa umanita’ in cui lo scrittore s’ immerge: puttane laotiane, coltivatori d’oppio cambogiani, gente gente e ancora gente in india, profumi sapori colori e immagini che bruciano nel ricordo e nel “provare” del lettore come se lo circondassero.
Questo è viaggiare? Sicurmente questa non è la vacanza da na’ bira e n’ calippo!, ma un aspetto diverso del vivere totalmente immersa nella strada che viene percorsa; per quanto mi riguarda per me il turismo è una cosa diversa dal viaggiare: il turismo è una spetto passivo del muoversi, tutto bello organizzato e impacchettato come se fosse un sicuro e comodo contenitore dove si vedono cose che vengono mostrate senza il loro sfondo sociale; mentre invece viaggiare è ottenere una ferita nel nostro provar emozioni, non è sempre piacevole o bello ma cambia e ci cambia rendendoci porfondamente legati alle culture e alle differenze culturali delle stesse.
Seguendo i suoi insegnamenti ho visto cose che…….., tuttavia questo articolo vorrei non morisse qui ma continuasse con i vostri commenti e con le vostre esperienze……
facciamo le valigie e via …….