
Lo sbarco del puro all’ombra del bel paese.
Sigari.
Lo sbarco del puro all’ombra del bel paese.
Ci sono storie che si raccontano intorno al fuoco, storie che divengono nel tempo le basi della nostra civiltà o quanto meno di un pezzettino del nostro sapere.
Il sigaro, come ogni cosa creata dall’uomo, ha le sue storie, leggende e tradizioni, proprio perché creata dall’uomo la storia del sigaro, parla appunto di lui: dell’uomo.
La storia del sigaro si divide in due enormi mondi:
- il sigaro cubano ovvero quello prodotto appunto a Cuba.
- Quello che di nascita non è dell’Havana, un prodotto forse meno mistificato e per noi italiani sicuramente meno conosciuto. E’ proprio di questo che nei nostri interventi parleremo, del sigaro non cubano.
Il sigaro non cubano è sempre fondato su una storia di famiglie, spesso di famiglie fuggite o emigrate, di famiglie che divengono colossi o che si sfaldano diventando lapilli di cenere caduta nel posacenere del tempo e li dimenticate.
parlando dello sbarco del puro all’ombra del bel paese.
Nulla poteva essere e nulla poteva diventare reale se non fosse stato per un uomo e per suo padre: la famiglia Lubinsky.
Vorrei che provaste a immaginare un Italia molto diversa da oggi, un Italia senza cellulari e computer, un Italia senza forum e internet, magari un Italia operaia e contadina insomma l’Italia degli anni 80 e degli anni novanta.
In quegli anni, per avere un Montecristo bisognava andare all’estero; esisteva un mondo sotterraneo di scatole che passavano di mano in mano, ma non esisteva nessun canale ufficiale: insomma l’italiano era all’oscuro di tutto.
Ma in quegli anni si respirava anche uno strano vento, un vento che parlava di Europa unita, un vento che parlava di libera circolazione delle merci e delle persone e tutti sappiamo che quando c’è libertà di circolazione le prime cose a circolare sono le idee.
Negli anni novanta questo vento di cambiamento fremeva e portò nelle menti di alcune persone un idea:
quella di distribuire in italia i Sigari premium
Cosi tra il novembre del 1998 e il settembre del 1999 avvenne quello che oggi molti fumatori danno per scontato, ma che all’epoca era assolutamente una rivoluzione.
Aprirono i magazzini fiscali di Lubinsky, Ita, Maga e Velier e vennero così distribuiti i primi sigari cubani e non; questo evento permise anche un fatto culturalmente più importante.
All’epoca non si potevano importare sigari latinoamericani direttamente dai paesi d’origine, bisognava importarli in un altro modo, bisognava rivolgersi ai colleghi europei, bisognava comnfrontarsi con questo macro organismo che stava rapidamente nascendo: insomma bisognava abbattere le frontiere del nostro provincialismo e imparare a guardare all’Europa.
In questo panorama sociopolitico
stava avvenendo lo sbarco del puro all’ombra del bel paese.
Si muovevano uomini ignari di quello che voleva dire avere un magazzino fiscale, cosi’ come erano ignari i vari ministeri e l’ispettorato dei monopoli di stato.
Era una novità per tutti; lo era in una fase dell’umanità ancora non colonizzata da internet.
Indi per cui non solo no si trovavano informazioni facili sui prodotti o sulle leggi ma l’unico modo per poter farsi un idea a riguardo e per sviluppare un pò di cultura era il viaggiare incessante di queste persone e le interrelazioni umane che si riuscivano a instaurare di volta in volta.
Per questo motivo Andrea Molinari che in quegli anni insieme a Niky Lauda aveva fondato la lauda air, potè permettersi di instaurare rapporti duraturi con Cuba e quindi di poter importare con Velier i primi sigari cubani nel nostro paese.
Era cominciato lo sbarco del puro nel Bel paese.
allo stesso modo Lubinsky che non possedendo una compagnia aerea ma possedendo una ditta che commercializzava pipe ed articoli da fumo, da sempre, aveva il sogno di vendere tabacchi e sigari, ma per poterlo fare si poteva basare sulle sue conoscenze Europee e Americane.
In quegli anni in Usa c’era un vero boom del sigaro.
fiorivano negozi specializzati ogni d’ove e essendo presente l’embargo con Cuba, tutti i produttori dell’America latina concentravano li i loro sforzi dimentichi o forse disinteressati al mercato Europeo.
Invece qui in nel vecchio mondo non c’erano molti prodotti disponibili e, di conseguenza, Mario potè fare solo una cosa: rivolgersi ai produttori di pipe con cui già lavorava.
Novembre 1998 Lubinsky presenta i suoi primi due prodotti: è avvenuto lo sbarco del puro all’ombra del bel paese.
Questi sigari sono Peterson e Asthon: Sigari che nascono da due realtà pipaie ovvero la fabbrica Peterson irlandese e il produttore di pipe inglese Bil Tailor Asthon, entrambi i sigari erano in linea con la moda (anche americana) di quegli anni ovvero sigari molto leggeri con fascia connecticut shade, questo dato per noi è fondamentale per capire l’evoluzione storica del sigaro.
Il fumatore italiano
era abituato a fumare il Toscano, prodotto assai intenso e forte, e praticamente non v’era null’altro in commercio, quindi il sigaro non cubano si trovò a dover lottare in una forbice culturale.
I prodotti Cubani sono quasi sempre più forti dei sigari dominicani e assai più intensi.
Gli extracubani hanno impiegato un decennio prima di poter produrre dei prodotti di forza uguale.
Allo stesso modo il proporsi sul mercato nazionale fu quasi in contemporanea e il cliente si basò su un proprio gusto personale per decidere cosa provare.
Tutti gli importatori capirono un’amara verità: il fumatore di sigaro è quasi sempre bigamo e non si fidelizza mai su un solo tipo di prodotto e di conseguenza spesso sceglie cosa prendere in base a un concetto aleatorio per poi non tornare più sullo stesso sigaro dopo averne fumato un paio.
Lo sbarco del puro all’ombra del bel paese.
Così nacque la leggenda sui sigari cubani, vennero scelti perché più forti e ricchi di charme edonistico, mentre tutti i distributori capirono che le loro prospettive non erano rosee come ci si immaginava.
Oggi com’è la situazione?
Molto diversa da quella di quattordici anni fa, mentre il catalogo dei sigari cubani disponibili va sempre più ad assottigliarsi e i gusti ad omologarsi.
Il mondo del non cubano si va diversificando forte di poter offrire mille storie diverse; ma anche di dover combattere un gap culturale: tutto quello non proviene dall’isla grande è di serie b.
Tuttavia questo pensiero è presente solo in Italia poiché per esempio in Germania metà del mercato è costituito da prodotti diversi da quelli di Habanos.
Volevo concludere questo excursus storico con un ultima amara considerazione, parlando con Lubinsky nei giorni passati alla domanda qual’è stato il tuo più grande fallimento mi sono sentito rispondere: aver sovrastimato il mercato dato che per i produttori di premium il nostro paese ha lo stesso volume che può avere un negozio specializzato a Touxon e di conseguenza è un po’ inutile lamentarsi del fatto che moltissimi sigari straordinari da noi non ci sono….. nessuno investirebbe in noi se non perché negli anni qualcuno ha instaurato profondi rapporti di conoscenza