
Le pipe dimenticate
Le pipe dimenticate.
Le pipe dimenticate.
Ci sono momenti dell’anno in cui in negozio è un continuo via vai di persone che vogliono liberarsi di vecchie pipe.
Sono tante persone diverse: Giovani studenti, uomini curiosi, gente annoiata, qualche vedova; Una fiumana di persone che vorrebbero realizzare qualche piccolo sogno.
Noi certo non siamo il genio della lampada, e non possiamo fare miracoli; però possiamo tendere un orecchio a tutti coloro che cercano la nostra attenzione.
Ascoltando queste persone alla fine si trova sempre un accordo e così alla fine entriamo in possesso di pipe quasi sempre in condizioni veramente pietose.
Marche scomparse da decadi, pipe abbandonate in oscuri cassetti a prendere polvere, spesso radiche così sporche che si fa fatica a capire di che cosa stiamo parlando.
Eppure queste pipe hanno il fascino del tempo, ed è nostro compito salvare e far risorgere
Le pipe dimenticate.
La prima cosa da fare è stabilire che vita hanno avuto queste pipe; mettersi i guanti e osservare in che stato di conservazione sono e che interventi vanno fatti.
E già qui cominciano i problemi. Vi racconto come si procede.
Per prima cosa si smonta la pipa per vedere che il cannello sia sano, non abbia crepe e non sia incollato …. si c’è capitato anche quello.
Si prende il bocchino e si vede quanto è usurato, se è originale e sopratutto se non va rifatto da capo.
Se il bocchino va rifatto ex novo il nostro intervento finisce qui e la pipa va automaticamente al laboratorio di riparazione in cui mani sapiente sapranno come intervenire.
Difatti per rifare un bocchino servono i torni e le mani che lo sanno adoperare.
Se invece il bocchino può essere recuperato allora ci pensiamo noi a salvare.
Le pipe dimenticate.
Una volta capita la marca su cui stiamo operando il secondo passaggio e quello dell’alesatura del fornello.
Ora non è che avere un fornello completamente pieno di crosta fa di voi, fumatori migliori! Anzi praticamente nelle vostre pipe state fumando il carbone! Certamente un po’ di crosta serve per proteggere la pipa dalla brace del tabacco, ma un po’ vuol dire uno o due millimetri al massimo e non centimetri!
Voi non avete idea di che pipe negli anni i clienti hanno portato! Secondo noi qualcuno lo fa pure apposta!
Quindi in queste situazioni ci armiamo di molta pazienza e lentamente (per non spaccare le pipe) procediamo alla rimozione del carbone.
All’inizio usavamo un alesatore manuale; ma non funzionava tanto bene; sopratutto su pipe troppo incrostate, si formava come un gradino sul fondo: e ciò non andava affatto bene.
Poi abbiamo provato con delle carte vetrate montate su dei coni in alluminio: funzionava benino ma si consumava veramente tanta carta e il risultato non ci soddisfaceva in pieno.
Alla fine abbiamo trovato la soluzione definitiva: il sacro graal della alesatura.
Abbiamo comprato un trapano a colonna capace di girare al contrario e molto lentamente.
Per capirci un trapano che non gira nella direzione che avvita ma in quella che svita e si muove dal basso verso l’alto.
Inoltre ci siamo fatti costruire una serie di punte speciali elicoidali da degli artigiani specializzati.
C’è voluto un po’ per idearle ma siamo assolutamente soddisfatti.
In questa maniera la punta girando lentamente scava il carbone senza incidere o graffiare la radica e alla fine quando viene fuori dal fornello la pipa è di nuovo pulita e perfetta.
Le pipe dimenticate.
Hanno bisogno di molto lavoro e la seconda fase riguarda il bocchino.
In questo caso abbiamo due possibilità.
Se il bocchino è in metacrilato o in ebanite (cumberland).
Se il bocchino è in metacrilato la cosa è semplice, poiché lo si sanifica con una serie di bagni in liquidi che puliscono il metacrilato.
Questo materiale essendo un vetro plastico è inerte e quindi è facile lavorarlo e pulirlo.
Per l’ebanite invece è molto più complesso poiché bisogna, con l’uso di carte abrasive, levare la parte ossidata; e qui entra in gioco la nostra macchina segreta: il mandrino!
Muniti di una serie di spazzole su cui vanno delle paste abrasive (prima) e poi lucidanti (dopo) piano piano i bocchini tornano lucidi e puliti.
Questa fase della lavorazione è forse la più lunga e difficile; a volte ci vuole un ora per alcuni bocchini veramente ossidati; però la gioia di veder tornare la luminosità e l’usabilità a questi manufatti del passato per noi non ha prezzo.
Resta un ultima fase per rendere questi piccoli mostriciattoli di nuovo fumabili; resta un ultima fase per salvare
Le pipe dimenticate.
Le ultime due spazzole che abbiamo sono fatte di stoffa; su di esse si applica prima un brillantante con cui si porta via la sporcizia incrostata nella radica (sopratutto per le sabbiate e le rusiticate)
e con cui si rimuove (per quanto possibile) il nero e il carbone accumulato sui bordi del fornello.
Questo processo porta anche alla luce quanto i precedenti proprietari hanno usato la pipa o quanto la pipa è stata fumata intensamente o male.
Pipe che vengono fumate troppo o molto male hanno una deformazione della circonferenza del fornello e questo dato serve a noi per capire la vera anima delle
Le pipe dimenticate.
Infine con l’ultimo disco si appone uno strato di cera carnauba che fa tornare la radica a brillare come appena uscita dal negozio.
Perchè vi ho raccontato tutto ciò?
Perche vorrei che capiste quanto lavoro c’è dietro una pipa rodata o dietro un restauro; perché è importante dare agli oggetti la loro giusta dignità . Un oggetto costruito con cura e trattato con amore avrà sempre la sua storia e la sua essenza; attraverserà il tempo e un giorno arriverà sotto mani come le mie; e quel oggetto tornerà vivere.
Diamo rispetto alle cose e loro ce lo restituiranno; quando io apro il cassetto delle rodate vedo occasioni che io ho colto e non cadaveri inutilizzabili.
Visto che tantissimi anni fa scrissi un articolo sulla nascita del rodato ci tenevo a continuare a raccontarvi questo mondo molto difficile, fatto tanto, tanto, da mani che lavorano, sgrossano, affilano, lucidano per poter consegnare ad un consumatore che spesso è assolutamente ignaro un piccolo capolavoro di antiquariato che è tornato a vivere e non sta più nella casa delle pipe dimenticate.